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I CORSARI GIAPPONESI DELLA  2GM

A posteriori , non è agevole comprendere la necessità , da parte del Giappone ,di organizzare una guerra di corsa atteso che la realtà strategica di quei mari ne avrebbe dimostrata l’inutilità : tanto è vero che alla fine del 1943, le unità sopravvissute (sei) furono ritirate,ulteriormente riconvertite in normali trasporti o perfino in navi appoggio ,di cui due andarono perdute nel corso delle operazioni navali del 1944.
La diversa concezione della guerra di corsa,fra giapponesi e tedeschi,si evince anche dalla organizzazione delle dotazioni delle armi : i tedeschi mimetizzavano abilmente i loro pezzi , mentre i giapponesi ne facevano bella mostra rendendosi facilmente identificabili. Eppure,al momento della immissione in linea , ricevevano tutto quando necessario per rapidi mutamenti di identità, per cui riesce difficile comprendere l’efficacia dei camuffamenti lasciando in bella mostra i vari armamenti. Non va trascurato in ultimo la considerazione che il traffico navale commerciale nemico ,nelle aree menzionate , era del tutto ininfluente atteso che quella americana fu una guerra di riconquista delle basi perdute e non di mantenimento e quindi comportò l’impiego di grandi formazioni navali articolate sia su unità da guerra vere e proprie sia su navi trasporto di cui la US Navy era ampiamente dotata.
Il ricorso al sistema convogli,nel Pacifico,non fu particolarmente sentito proprio per la natura delle operazioni,a differenza dell’Atlantico che fu testimone di un traffico navale convogliato tale da diventare un’autentica epopea .
La urgenza maggiore fu rappresentata dal mantenere vivo e funzionante il cordone ombelicale con l’Australia considerata determinante base di partenza per la riconquista dei territori in mani giapponesi,mentre  nell’Oceano Indiano,arginata in qualche modo la spinta offensiva del Tenno,c’era da mantenere sgombre le rotte verso le basi britanniche disseminate lungo le coste africane ,l’India  ed il Golfo Persico. La HOKOKU MARU ,operante proprio nell’Indiano,intercettò un piccolo convoglio ma venne affondata da un dragamine indiano,il BENGAL,con la fattiva collaborazione di una cisterna olandese,la ONDINA .
La AIKOKU MARU insieme con la menzionata HOKOKU MARU, affondò il solitario mercantile americano VINCENT  nella zona intorno all’isola di Pitcairn,passata alla storia per avervi ospitato gli ammutinati del Bounty. Un altro mercantile statunitense,il MALAMA, fu affondato dall’idrovolante dell’AIKOKU MARU,sorpreso nelle acque delle isole della Società il 31/12/1941, ventiquattro giorni dopo Pearl Harbour e l’entrata in guerra degli Stati Uniti. Nell’Oceano Indiano,le due corsare predette,attaccarono il 9/5/42 ,la cisterna olandese GENOTA,che fu catturata ed inviata in patria dove fu ribattezzata OSE. La coppia di raiders,nello stretto di Mozambico,attaccarono il trasporto inglese ELYSIA il 5/6/42 , che si rifiutò di affondare soltanto per cedere quattro giorni dopo,ai siluri del sommergibile I-18.
Il 12 Luglio successivo,sempre operando di conserva,attaccarono e catturarono la nave HAURAKI con bandiera della Nuova Zelanda. Inviata in patria,fu reimpiegata per rifornire le proprie basi. Nel corso dell’Operazione Heilstone,nella laguna di Truck,fu colata a picco dagli aerei americani con il nuovo nome di HOKI MARU. In definitiva, su entrambi i teatri , l’attività dei corsari giapponesi fu del tutto ininfluente : l’obiettivo principale ,quello di creare pericoli alle linee di traffico alleate,non ottenne risultati apprezzabili inducendo la Germania, ad inviare colà , sia i corsari sia gli uboats ,la cui attività,in qualche misura,fu ragionevolmente più
prolifica ancorchè non risolutiva.

AIKOKU MARU in due diversi camuffamenti.

 

La GOKOKU MARU in navigazione .

 

La modernissima HOKOKU MARU.

 

LA AKAGI MARU in un porto del Pacifico

ASAKA MARU IN NAVIGAZIONE

 

La BANGKOK MARU in versione pittorica

 

KONGO MARU a lento moto in porto giapponese prima della guerra

 

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Guglielmo Lepre (Etna)

Fonti :Combineed Fleet - Photoships.co.uk - Collezione privata

Grupsom - Sommergibili Mediterranei